TOP SECRET

1.      Weird Happenings Organization

 

La lettura di questo rapporto è riservata agli ufficiali di grado superiore, alle cariche più alte di governo e a Sua Maestà la Regina.

 

 

Agents of W.H.O.(?)

 

03

 

home, sweet home

 

Isola di Muir, complesso tecnologico, laboratorio principale.

È entrato nelle maggiori università degli Stati Uniti, alla Brand, alla Roxxon, in case e laboratori e mai un allarme è scattato.

Verrebbe facile una battuta sulle colonie o, per contro, sulla paranoia dei mutanti.

Ma i mutanti e i loro amici sono finiti più volte in campi di sterminio, anche se la cosa è, per fortuna, durata poco e questa paranoia si rivela fondata (e quindi, per definizione, non paranoia).

Fatto sta che l'allarme scatta. Un uso più attento del suo potere potrebbe metterlo in grado di accorgersene, non lo sappiamo.

I campi di forza che cercano di contenerlo potrebbero essere fatti d'aria.

Quasi, pensati per rallentare chi è capace di fasare attraverso la materia rallentano anche lui. Meno di 10 secondi, forse neppure lo nota.

I cannoni ad impulsi protonici non può non notarli. Gli servono per individuare i sistemi di assorbimento dei colpi, problema dell'usare armi ad impulso in un laboratorio.

Si getta all'interno senza riflettere, ne esce poco dopo, vicolo cieco.

Il tempo, per come lo percepiamo, è pura illusione.

Ciò non toglie che stiamo parlando di un'illusione condivisa, con effetti reali, quindi.

Quindi nel poco tempo che perde a superare i sistemi di protezione viene individuato. Per quanto possa essere veloce (e potrebbe esserlo molto di più, probabilmente) Spitfire è più veloce, arriva ed è perfettamente vestita e pettinata, anche se probabilmente è stata sorpresa nel sonno. Il suo turbine di pugni colpisce ripetutamente l'aria, poiché l'intruso si guarda bene dal tornare solido.

Prima che l'avversario possa anche solo accorgersi dell'attacco, figurarsi reagire, fa in tempo anche a tentare una sorta di onda vibratoria, un nuovo impiego dei suoi poteri dedotto da alcuni file dei Vendicatori (che ovviamente i servizi segreti inglesi non dovrebbero possedere) che non ha ancora perfezionato e che le provocano notevole dolore, allo stato del lavoro di perfezionamento.

Cosa che accade anche al suo avversario, che arretra, non avvezzo ad essere ferito in questa forma.

Fuoco Fatuo reagisce subito, affondando la mano nel muro per farsi attraversare dall'energia direttamente dai cavi che vi passano sotto, ma Spitfire è davvero veloce e non sta ferma per ore tra uno spostamento e l'altro. È fuori portata prima che l'energia cominci a scorrere.

Intanto accorrono anche altri, scarmigliati e mezzo vestiti.

Pete Wisdom indossa solo dei pantaloni chiaramente da donna, appena stretti, ma è già riuscito ad accendersi una sigaretta. Lancia delle lame di plasma che hanno poco più che l'effetto di danneggiare ulteriormente il laboratorio.

- Un fasatore? - fa in tempo a dire prima che un pugno materializzatosi dalla sfera di luce che lo carica lo scagli contro il muro.

Alistaire Stuart, pantaloni e giacca, con nulla sotto, è il secondo ad arrivare, proprio mentre Pete vola attraverso la stanza - Non credo, si comporta in maniera diversa dal fasatore classico. Mi sembra familiare, devo aver letto qualche tipo di scheda su di lui. -

Gertrude Bloodstone arriva indossando solo una giacca maschile, spiegazzata, molto spiegazzata e la borsa in cui tiene il suo tesseratto, dalla quale si affretta ad estrarre una sorta di bacchetta a metà tra una candela di cristallo e una filigrana d'oro, dagli intensi bagliori rossicci.

Dalla punta si dipanano una sorta di nastri scarlatti che vanno ad avvolgere la sfera in un gomitolo a bande larghe, ma insuperabile.

- Costa molto ricaricare le Bande di Cyttorak, ditemi che è valsa la pena usarne una delle ultime cariche. -

Alistaire si avvicina alla figura, che ora che è prigioniera si è rimaterializzata come un uomo alto, un po' più grande dell'uomo medio, dai lunghi capelli biondi ed avvolto in una tuta verde che sembra quasi la sua pelle. - Fuoco Fatuo, una occasionale nemico dell'Uomo Ragno, se non ricordo male. Ha perso la coesione molecolare, che mantiene solo con la forza di volontà, anche se col tempo la sua condizione si è stabilizzata. Credo possa essere contenuto con dei campi magnetici. Non fissatelo, ha dei poteri ipnotici abbastanza forti. Purtroppo non ricordo altro. -

Moira MacTaggert è un po' in disordine, ma sostanzialmente vestita.

- Fortuna che non ricordi altro, trovo sempre inquietanti le memorie totali. Gertrude, vatti a vestire, sei praticamente nuda; Pete spegni quella sigaretta, subito. Buonasera Lady Crichton, vedo che almeno qualcuno che è in grado di comportarsi è rimasto. -

- Li perdoni, Lady Kinross, sono ragazzini. -

Pete si limita a un - Grunfh. - ma si affretta a spegnere la sigaretta. Su una console.

 

Isola di Muir, complesso tecnologico, laboratorio principale.

Ora sono tutti vestiti, il laboratorio è stato rassettato alla bellemeglio. Il prigioniero è stato messo in un sarcofago di stasi e Gertrude sta riavvolgendo diligentemente quello che resta della carica delle bande nella sua bacchetta.

Non si tratta di un incantesimo semplice, ma un buon utilizzatore di oggetti lo deve conoscere, soprattutto se vuole usare poteri concessi da dei o demoni coi quali bisognerebbe stringere patti.

Moira MacTaggert, ripreso possesso del suo laboratorio, con una mano regola i sensori del sarcofago, con l'altra cerca di risalire all'obiettivo dell'incursione.

Una decina di schermi virtuali si aprono davanti ai suoi occhi.

Nessuno degli strumenti che registrano i segni vitali mostra dati coerenti, in compenso oscillazioni energetiche e sensori quantistici mostrano un sistema che si regge su un equilibrio fin troppo semplificato.

- Secondo gli standard non possiamo neppure dire se è vivo, l'apparenza di sostanza fisica è più virtuale che reale. Come se fosse mantenuta una sorta di memoria inconscia del corpo.

Dovrebbe essere disperso in quell'ambito di indeterminazione tra onda e quanto che è il regno subatomico.

Chiunque usi questo individuo come ladro, invece che studiare come invertire il processo che l'ha ridotto così è di un'idiozia unica; aprirebbe interi settori innovativi di studio in almeno una dozzina di discipline.

E questo solo a una valutazione superficiale. -

Alistaire rientra vestito di tutto punto (quindi non elegantissimo) – Abbiamo idea di cosa cercasse e perché? -

- Gli schemi mentali, sempre che siano affidabili, sono del tutto incoerenti con la stasi, quindi è facile che sia, in qualche modo, controllato o ricondizionato. Ci servirebbe un telepate per accertarcene. Se nel vostro dipartimento non ce ne sono e sempre che i protocolli di sicurezza lo permettano, potremmo sentire gli X-Men.-

- I protocolli lo permettono, li faccio io, ma il dipartimento è ancora in fase di ricostruzione, quindi ci avvaliamo di consulenti esterni. Sempre che riusciamo a contattarla dove si trova al momento. -

- Stava accedendo ad alcuni file medici che non tengo in server accessibili dalla rete. In particolare quelli di Brian, che sono piuttosto aggiornati, e, questo è strano, quelli di tua sorella. -

- Cercavano dati su Caledonia. È Black Air. - Pete fa girare tra le dita la sigaretta spenta.

- Sciocchezze - fa Alistaire – Black Air è stato sciolto, non esiste più. -

Pete ghigna. - Non essere sciocco, Black Air non è mai stato realmente un servizio dello Stato, erano solo infiltrati. Per scioglierlo davvero bisognerebbe uccidere ogni singolo membro e sciogliere alcune delle alleanze che hanno stretto. È Black Air, mi ci gioco le... -

- Pete! - il tono della voce di Moira è un po' più alto e fermo.

- Pardon, milady. Ma il concetto non cambia. -

- Vedremo, ho appena contattato... - un cerchio luminoso di un bianco abbagliante appare sul pavimento e da esso emergono due giovani donne, una, bionda, più giovane, indossa una vecchia uniforme dei nuovi mutanti. Malgrado il suo aspetto indifeso è una delle più potenti praticanti di magia del multiverso. L'altra, con capelli e tuta rossi, è solo uno degli avatar della Fenice. In molti contestano questo fatto, ma la Fenice non si fa condizionare dalle loro opinioni.

Rachel Summers stampa un non proprio amichevole bacio sulle labbra di Alistaire, si dirige al sarcofago.

Appoggia la mano sul vetro, più un gesto simbolico che una necessità, si capisce, e chiude gli occhi.

Ha un sussulto e si stacca dal sarcofago. - Bravo e potente. Chiunque abbia fatto questo ha ricondizionato quasi integralmente questo povero cristo.

Ha pure protetto il suo lavoro con trappole mentali insidiose.

Un buon telepate potrebbe impiegare mesi per rimuoverle. -

Elsa guarda gli altri stupita – Quindi un buco nell'acqua? -

Sente i capelli che si rizzano sulla testa e avverte i chiari effetti statici dell'aria che si sta ionizzando.

Illyana sorride, con un'espressione che nessuno vorrebbe vedere su un volto umano – Noi non abbiamo una buona telepate. Abbiamo la Fenice. -

Gertrude osserva – Ma il suo dossier dice che ha conservato solo una minima frazione del potere. -

- Quanto è una frazione dell'infinito? - sussurra, con voce spezzata, Alistaire.

La giovane mutante dai capelli rossi è svanita, al suo posto c'è un corpo statuario sospeso in aria, immobile, gli occhi luminosi e antichi tatuaggi che riappaiono sul volto. Una lieve luminosità a forma di uccello di fuoco la circonda. Resta lì per pochi istanti, poi tutti avvertono l'agonia di una mente potente, quando viene spezzato il contatto mentale che vincolava Fuoco Fatuo.

Ora Rachel poggia i piedi in terra, l'aura è svanita e sembra una ventenne un po' confusa.

- Era potente, mi spiace, non lo sarà più, non così. Forse, quando si sveglierà non lo capirà subito. Per ora dorme, dobbiamo andare prima che si svegli e possa dare l'allarme. È Black Air, come pensava Pete e operano dalla vecchia base sotto Londra. -

- Bene, Pete guiderà la squadra, Elsa e Gertrude andranno con lui. Noi manterremo il controllo da qui. Tu puoi accompagnarli, Rachel? Come mai quella base non risulta negli elenchi delle strutture sequestrate? -

- Nessun problema, Black Air è un pericolo per tutti e per i mutanti più che per altri. Illyana? -

- Posso portarvi li, ma S'ym sta radunando le forze per strapparmi il regno, credo sia la sesta volta questa settimana. Meglio fermarlo a questo stadio, potremmo avere ancora bisogno di lui. -

- A volte ho l'impressione che lo diverta tutto questo, a volte che ne abbia bisogno. Ma forse è solo che per lui il tempo scorre in maniera diversa che per noi ed è sempre lo stesso complotto, senza alcuna ripetizione. Peccato, ci avrebbe fatto comodo una mano. - Alistaire inarca impercettibilmente l’angolo destro della bocca. - Bene, allora muovetevi. Puoi tenere aperto un canale telepatico su questa distanza, Rachel? -

- Con un minimo ricorso alla forza Fenice, senza dubbio. -

Alistaire esita. - ... e... -

- Mi spiace, non sapeva perché lo avevano mandato qui, solo cosa cercare. Non sappiamo se hanno Caledonia. -

Pete si fa avanti. - Andiamo. Il tempo è poco e non possiamo andare in quattro nella tana del lupo senza almeno il fattore sorpresa dalla nostra parte.

Conosco bene quella base. Prendi dalla mia mente il punto esatto in cui doppiamo andare. -

I cinque saltano nei dischi bianchi che compaiono sotto di loro e svaniscono nel Limbo.

 

Il Limbo è in subbuglio, ovunque squadre organizzate di demoni sfilano in rivista davanti allo sguardo severo di un gigantesco oritteropo viola con un ciuffo a banana sulla testa e che indossa solo un gilet nero.

Quando cinque figure umane sbucano fuori da cinque dischi di passaggio tutti si affrettano a correre via.

Illyana butta uno sguardo su S'ym – Prepara la frusta, accompagno un attimo questi amici e torno da te. -

Poi svaniscono di nuovo.

 

Appaiono in una stanza che non è uno sgabuzzino, anche se potrebbe sembrarlo. Uno sgabuzzino con un'intera parete di schermi spenti cui è addossata una console.

Apparentemente senza porte.

- Rachel? -

- Forse 10, massimo 15 menti. È difficile capirlo, c'è un'area piena di inibitori psichici. Se qui c'è Caledonia è lì, al di fuori sento solo soldati e il telepate addormentato. -

- Bene, e male. - Pete si dirige alla console. - Questa base, anche se non risulta fra quelle che ci hanno sottoposto, è dello Stato. Ce la riprendiamo, abbiamo bisogno di una sede. -

Elsa è la prima ad esprimere perplessità. - Sicuro di non fare il passo più lungo della gamba? Sei il primo che dovrebbe sapere che Black Air è pericoloso.

Di fatto non sappiamo nulla su chi è presente nella base, non siamo sicuri neppure del loro numero. Torniamo poi con un commando e ci prendiamo la base. -

- Se ce ne andiamo al ritorno troveremo si e no i muri, questa invece è una base funzionante e piena. 10 agenti, fino a che il telepate dorme, non hanno una sola possibilità contro di noi. -

- 10 agenti più chiunque ci sia nella zona cieca. -

Gli schermi si illuminano e Pete comincia a far ruotare le immagini che vi compaiono sopra.

- È per questo che ho chiesto di farci portare nella sala operativa di emergenza. -

- Come lo sai tu che esiste, lo sapranno anche gli altri. -

- Ho qualche dubbio. Non ci sono molti agenti operativi del mio livello rimasti in giro e i capi li abbiamo quasi tutti sotto custodia. In ogni caso era un tentativo da fare, in qualche posto dovevamo comparire. -

Gli schermi mostrano solo le parti visibili della base. Nelle altre è come se le telecamere fossero state spente o coperte. -Merda. -

Rachel ridacchia. - Poco male, ormai siamo qui. C'è una porta in questo posto o si esce solo col teletrasporto? -

- Certo, adesso la apro. -

- No, aspetta il mio cenno. - Si sentono dei colpi violenti, come di qualcosa di pesante che sbatte contro il muro, poi Rachel abbassa la mano. Una porta compare e due soldati svenuti volano dentro. Si affrettano a legarli.

- Di sicuro non possiamo mascherarci con le loro uniformi. - Dice Elsa, rigirando tra le mani il caschetto essenziale privo di visiera. - Né strisciare in polverosi e malsani condotti di ventilazione. - Indicando le tre grate di circa 10x10 centimetri del sistema di areazione.

- Gertrude sta lavorando sui computer, credo che avranno il sistema in loop per un po' e gli allarmi spenti. - Ghigna Pete.

In un attimo sono fuori e si muovono veloci e guardinghi per i corridoi.

Elsa e Rachel davanti, Gertrude e Pete dietro. Le poche guardie che incontrano vengono neutralizzate facilmente, balzando inspiegabilmente contro il muro quando una soffusa luminosità a forma d'ala li afferra o svenuti quando una tizia superveloce e superforte li colpisce con scarsa dolcezza.

In breve sono davanti alla porta.

È di fatto la porta di un caveau. Stessa robustezza, stessa serratura a combinazione, complicata da una protezione a impronta della retina per arrivare al comando della combinazione.

- Vuoi che la apra? - chiede Rachel con uno sguardo innocente terribilmente falso sul volto.

- Voglio la base, non le sue rovine. Fammi provare. - Avvicina l'occhio alla serratura e non accade nulla.

- Ecco, magari questa, se non ci sono allarmi, puoi rimuoverla. -

- Magari così. - Elsa tira fuori una corta daga dal fodero alla cintura e fa saltare la copertura, con poco più di un click.

Pete fa girare rapidamente la ruota della combinazione e la porta si apre.

Dieci teste si girano, due in camice, una prigioniera che indossa un costume che potrebbe appartenere al corpo dei Capitan Bretagna e sette che indossano armature con stivali e spalline metalliche tra il bianco e il cromo, azzurro scuro, per il resto, con ginocchiere rosse e una sorta di teschio stilizzato, sempre rosso, in varie parti del costume, ognuno in un posto diverso, corretto e sostanzialmente coperto, sembrerebbe a mano, col simbolo di Black Air.

- Non è Black Air, sembrano … -

- Le armature di Mys Teck. Erano nei magazzini, non che questo ci aiuti più di tanto. –

Pete non fa in tempo a dare gli ordini che i sette vengono scagliati via da due ali di fuoco che li schiacciano contro le pareti, ma proprio in quel momento il telepate si sveglia. È solo un momento, non sarebbe in grado di fare più molto, ma il feedback dovuto allo shock di cosa è accaduto lo rende per un istante più potente di quanto sia mai stato.

Se non accadesse tutto in un istante servirebbe a poco ma il feedback psichico è devastante, Fenice cade a terra svenuta, ma negli spasmi ha schiacciato contro il muro due dei suoi avversari, che apparentemente respirano ancora.

Le armature dei tecnomaghi, su altri soggetti, avranno sicuramente poteri più limitati, ma sono state chiaramente implementate da altre tecnologie, poiché due di loro hanno presto ragione di Elsa. Anche uno dei due, però, cade a terra svenuto.

Gertrude allunga la mano dentro la sua sacca ma cade a terra colpita da un lampo di energia verdognola.

Pete lancia le sue lame di plasma ma viene anche lui neutralizzato. Le lame colpiscono quasi tutte, ma una disabilita solo parzialmente l’armatura di un avversario, una scava un buco nel muro, altre sei vengono parate da schermi eretti appositamente dagli avversari, una distrugge una macchina, senza che si vedano effetti riconoscibili e un’altra un carrello per gli strumenti.

Mentre i due scienziati e i 4 soldati ancora coscienti assaporano la momentanea vittoria un fulmine bianco, rosso e blu li colpisce tutti, volando, poiché il macchinario danneggiato era parte delle morse che trattenevano Caledonia.

 

Quando Pete rinviene, nell'infermeria della base, l'intero complesso è nelle mani del Weird Happening Organization, i cui soldati stanno rapidamente sgombrando gli agenti di Black Air.

Quelli con più anzianità di servizio guardano con una certa soggezione la colossale figura che dà ordini e scattano, seguiti prontamente dai più giovani, che pur non capendo, si adeguano.

In fondo non gli risulta che questa componente del Corpo abbia una qualche grado nell'organizzazione, ma se i più esperti scattano, una ragione ci sarà.

Del resto le due operative di più alto grado non obiettano nulla, ma assistono divertite.

Elsa si gira da lui - A giudicare da come si affrettano a correre, la vera sorella Stuart doveva avere un bel caratterino.

- Gertrude ha chiamato Alistaire che sta venendo in volo il più velocemente possibile, non ci avevi detto quanto fosse enorme questo complesso.

Ha detto che Fuoco Fatuo è fuggito, pochi minuti dopo che siamo partiti. Speriamo che Rachel sia riuscita a rimuovere tutti i condizionamenti. -

- Hai una sigaretta? - è il solo commento di Pete.